Abbasso le politiche di rigore! l'unico modo di ricominciare a crescere è quello di aumentare il DEFICIT. ma i paesi forti dell'Europa non ce lo permetteranno MAI, allora l'unico modo di sopravvivere per noi e per tutto gli altri paesi considerati economicamente deboli è tornare a una MONETA NAZIONALE!

martedì 10 settembre 2013

Le banche controllano l'informazione?

Dall'inizio della crisi tutti quelli come me che si definiscono EUROSCETTICI, si sono certo fatti questa domanda, sono dunque le banche (insieme al settore assicurativo, che comunque è ad esso strettamente collegato) a controllare l'informazione Italiana?
La domanda sorge spontanea perché, nonostante siano sempre di più le voci fuori campo che criticano apertamente l'EURO e gli accordi effettuati tra l'Italia e gli altri paesi Europei per formare l'Unione Europea, le testate di informazione istituzionali sembrano ancora ignorare la cosa e continuano a presentare l'U.E. come la panacea di tutti i mali Italiani, sono rimasti a dire la verità alcuni economisti non allineati, portabandiera di questi è il Prof. Bagnai, ma potremmo citare Borghi Aquilini, la Napoleoni, Antonio Maria Rinaldi, ecc e una pletora di blog indipendenti che non cito perché stanno diventando sempre più numerosi.
La risposta ho cercato di darla con questo articolo, che per carità non sarà esaustivo o completo nell'informazione ma cerca di fornire al lettore una serie di spunti di riflessione che lo porteranno magari in futuro ad approfondire ulteriormente l'argomento.
Chi sono i padroni dell'informazione Italiana?

Fonte LINKIESTA
      
Comincio dal gruppo RCS (Corriere della Sera per intenderci) non a caso perchè è il gruppo editoriale dove è più palese la presenza del settore bancario e assicurativo all'interno della proprietà (tra Mediobanca, Intesa San Paolo, Banco Popolare Società Cooperativa, UBS fiduciaria, Sinpar, Premafin (Unipol) e Assicurazioni Generali, hanno il 37,4% del capitale totale)
Senza contare le presenze nel CDA del gruppo (Franzo Grande Stevens, avvocato storico di casa Agnelli, ex vicepresidente Fiat e attualmente presidente della Fondazione San Paolo; Carlo Pesenti, consigliere di Italcementi, Unicredit, Italmobiliare e Mediobanca;  Jonella Ligresti, consigliere di Fondiaria, Italmobiliare e Mediobanca; Diego Della Valle, consigliere di Tod’s, Marcolin e Generali Assicurazioni; Renato Pagliaro, consigliere di Telecom Italia, Pirelli e Mediobanca;  Enrico Salza, consigliere di Intesa San Paolo; Raffaele Agrusti, consigliere di Assicurazioni Generali; Roberto Bertazzoni, consigliere di Mediobanca; e Claudio De Conto, di Pirelli Real Estate)
E' possibile che nelle testate appartenenti a questo gruppo possano passare informazioni che non sono gradite ai grandi attori della finanza di questo paese?

I grandi gruppi dell’editoria italiana
Fonte LINKIESTA
Il gruppo "l'Espresso" di proprietà di De Benedetti, (comprende testate come "la Repubblica, "L'Espresso" "Micromega", ecc), sembrerebbe avere poco a che fare con il settore finanza (a parte che De Benedetti è notoriamente la prima tessera del PD, che è il partito filo EURO per eccellenza), ma all'interno del suo CDA siedono ampie componenti di Confindustria, che notoriamente ha una forte dipendenza dal settore finanziario e non può prescindere da esso.


Fonte LINKIESTA
Il Gruppo "Il Sole 24 ore", di proprietà della Confidustria, presenta nel suo CDA copiose infiltrazioni (Luigi Abete, presidente di Bnl (gruppo Paribas), insieme al fratello Giancarlo (presidente della Figc) e consigliere anche della Tod’s di Diego Della Valle; Ennio Doris, che siede in Mediolanum della famiglia Berlusconi e in Mediobanca)

Il Messaggero di Roma, il Mattino di Napoli, il Gazzettino di Venezia e il Nuovo Quotidiano di Puglia sono editi dalla "Caltagirone Editore", di proprietà della famiglia Caltagirone, che ha addirittura le banche in famiglia infatti Francesco Gaetano Caltagirone è consigliere di Monte dei Paschi e di Generali Assicurazioni, mentre la sorella Azzurra è la attuale moglie di Pier Ferdinando Casini, il che spiega le posizioni filo bancarie dell'U.d.C.

Il Resto del Carlino di Bologna, la Nazione di Firenze e Il Giorno di Milano sono invece posseduti dalla "Poligrafici Editoriale", collegata a Telecom Italia, Generali Assicurazioni e Gemina attraverso Massimo Paniccia e Aldo Minucci; e attraverso Roberto Tunioli, Sergio Marchese e Giuseppe Lazzaroni alla Premafin (Unipol) della famiglia Ligresti.

Alla fine il gruppo editoriale meno infiltrato dalle banche, anche se da esse nessuno può prescindere è proprio il gruppo "Mondadori", diretto dalla famiglia Berlusconi.

In conclusione inserisco un link molto interessante dove si può trovare un schemino riassuntivo dei vari collegamenti tra imprese editoriali, finanza e grandi imprese, inserito in un'articolo (che è stato anche una delle fonti da cui ho preso le informazioni quì elencate) della rivista "paginauno". Vi consiglio di guardarlo con estrema calma e analizzarlo nel dettaglio, e vi lascio con una domanda aperta: può l'informazione italiana essere onesta e indipendente nella fruizione delle notizie?
http://www.rivistapaginauno.it/mappacontrollostampa.pdf

Non ho neppure toccato i collegamenti tra le grandi banche internazionali e l'informazione, perché richiederebbe un articolo a parte, ma per completezza di informazione vi posto un articolo veramente esemplificativo, che oltretutto spiega anche la ragione della scelta di Mario Monti, per guidare il governo tecnico tanto voluto dall'Unione Europea.
http://www.ecplanet.com/node/3312

1 commento:

  1. Dalla vostra testata: "Abbasso le politiche di rigore! l'unico modo di ricominciare a crescere è quello di aumentare il DEFICIT. ma i paesi forti dell'Europa non ce lo permetteranno MAI"
    E ci credo che non lo permetteranno MAI, il deficit si deve abbassare, non aumentare.

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