Abbasso le politiche di rigore! l'unico modo di ricominciare a crescere è quello di aumentare il DEFICIT. ma i paesi forti dell'Europa non ce lo permetteranno MAI, allora l'unico modo di sopravvivere per noi e per tutto gli altri paesi considerati economicamente deboli è tornare a una MONETA NAZIONALE!

lunedì 10 novembre 2014

Pentimento di uno di "DESTRA"


Dopo l'edizione di quest'anno del convegno "Euro, mercati, democrazia 2014", è sempre tempo di profonde riflessioni per cui vi lascio questo mio outing politico.
Sono una partita IVA praticamente da sempre e da sempre mi sono lasciato sedurre da filosofie politiche di destra più o meno liberiste. Ho fatto il venditore per molti anni, ho venduto di tutto dagli aspirapolveri alle abitazioni, ho studiato marketing e comunicazione e come ogni buon "imprenditore di sè stesso" mia preponderante convinzione è stata sempre che "volere è potere" e i miei esempi di comportamento li ho sempre trovati nei vari libri che propinavano ricette di come arrivare al successo a tutti i costi. Insomma un classico professionista che esce la mattina con la valigetta pronto a conquistare il mondo. Non dovrebbe stupire quindi come non avessi una grande considerazione del lavoratore medio a tempo indeterminato. Nella convinzione che più lavori, più produci e più guadagni, guardavo con sufficienza chi si accontentava di uno stipendio mensile, felice di tornare a casa alle 17.30 o al massimo alle 18.00 e ansioso di andare il prima possibile in pensione. Io al contrario lavoravo 10/11 ore al giorno e potevo guadagnare il doppio o chissà anche il triplo. Nell'assoluta convinzione che fossero quelli come me a far muovere l'economia del paese, non certo quei lavativi che non vedevano l'ora di tornare a casa dopo il lavoro e si accontentavano del loro piccolo stipendio.
POI è ARRIVATA la CRISI!
Da allora le mie convinzioni quasi religiose sull'obiettività del mercato si sono infrante una dietro l'altra. In America la deregulation selvaggia permessa prima da Reagan e poi da Clinton ha portato al fallimento della Lehman Brothers con tutte le conseguenze che ben sappiamo. Sopratutto si è capito che il mercato non è affatto un luogo di equilibrio e obiettività e che, se si lascia fare, torna da solo nella posizione di equilibrio, ma al contrario è manipolato da 4/5 grandi banche d'affari internazionali che facendo parte anche del board delle imprese di rating manipolano non solo le imprese più piccole e le altre banche, ma anche le economia degli stati Europei visto che ormai, con una moneta unica, sono costretti tutti a vendere il loro debito sul mercato come qualsiasi altra impresa e sono quindi sottoposti al ricatto dei potenziali compratori e futuri creditori.
Inoltre io che pensavo che fossero i produttori a far muovere l'economia e che le misure dal lato della domanda fossero buone solo a far crescere l'inflazione, mi sono scontrato contro l'iceberg della deflazione e conseguente crollo dei consumi, che ha fatto crollare i prezzi anche del mio lavoro (che nel frattempo era cambiato). Dare soldi alle aziende non ha portato altro che alla distruzione graduale della domanda, perché gli stolti imprenditori per risparmiare soldi e fare più utili hanno portato il lavoro all'estero, i grandi costruendo sedi in altri paesi e i piccoli trovandosi fasonisti nei paesi dove i costi del lavori sono inesistenti. Risultato che i soldi pubblici servono a creare nuovo lavoro ma non in Italia. Infine le politiche di flessibilità del lavoro che stanno erodendo il numero dei lavoratori a tempo indeterminato e trasformandoli gradualmente in lavoratori senza diritti e facilmente ricattabili anche da un punto di vista salariale. Al posto di portare la Cina a diventare come noi, siamo noi a "cinesizzare" i nostri lavoratori ottenendo che oggi vivono in uno stato di preoccupazione costante per il futuro e quindi consumano poco perché sono sottopagati e perché risparmiano anche quel poco che guadagnano per paura di non avere neppure quello in futuro. Certo non sono in grado di pianificare spese a lungo termine e tanto meno di cospicua entità, come una casa o addirittura neppure una macchina. Questa è la prima generazione che sta peggiorando il livello di vita rispetto alla procedente.
Per cui, per concludere, ho capito che non ero io o i mie cari amici produttori per quanto efficienti, a fare l'economia, ma proprio quei "lavativi" con il salario sicuro ogni mese che si potevano comprare la macchina, la casa e mettere su famiglia, essendo certi di avere quello "straccio" di salario piccolo ma sicuro perché associato a un posto che sarebbe durato nelle loro aspettative per 20 o 30 anni e che sarebbe cresciuto in proporzione negli anni.
Quindi vorrei fare un appello a questa incoerente politica attuale: ridateci il posto fisso e magari anche la scala mobile perché non conta quanti prodotti produci in un'ora, ma quanti ne vendi!



3 commenti:

  1. Vivissimi complimenti da uno di sinistra. Si, si, proprio uno di quelli che torna a casa alle cinque.
    Bisogna aver un gran coraggio per cambiare idea.
    Solo un paio di appunti:
    La deflazione e' la conseguenza del crollo dei consumi, non il comtrario come da te scritto.
    I produttori sono i lavoratori (dipendenti o meno) NON gli imprenditori, che hanno un ruolo importantissimo, ma amministrativo non produttivo. Gli imprenditori non creano un bel nulla; ne ricchezza ne posti di lavoro.Amministrano i processi produttivi, che un altra cosa.

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    1. Caro amico, apprezzo sempre le critiche ma francamente in questo caso mi sembrano davvero fuori luogo. E' evidente che non hai ben compreso il senso dell'articolo, non è un trattato di economia e le tue considerazioni su tematiche economiche sono alquanto inopportune. Infine la tua definizione di imprenditore da libro di economia delle superiori mi pare non renda affatto giustizia a una classe imprenditoriale italiana che ogni giorno fa il suo lavoro contro tutti gli elementi e in un contesto economico assai poco favorevole...e poi ti prego se cominci la risposta ad un articolo con un complimento fa che il seguito sia almeno in minima parte coerente con l'inizio.

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    2. Ma i miei complimenti sono sinceri.
      Non c'è nessun nozionismo in quello che ho scritto. Pura e semplice constatazione dei fatti.
      I piccoli imprenditori di cui tu parli sono ANCHE lavoratori (i primi lavoratori) delle loro aziende. Ma la figura in se di imprenditore è quella roba che ho scritto su. E non li offendo di certo. Come ho scritto, hanno un ruolo importantissimo.

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